Qual dei due sia il vero nol so.
1029 Si riscontrino: Ibn-el-Athīr, anno 484, MS. C, tomo V, fog. 109, recto, seg.; Abulfeda, Annales Moslemici, stesso anno, tomo III, p. 274, seg.; Nowairi, presso Di Gregorio, op. cit., p. 23; Ibn-Khaldūn, Histoire de l'Afrique et de la Sicile, p. 181; Ibn-Abi-Dinār, MS., fog. 37 verso, seg. Quest'ultimo č il solo che aggiunga il compimento ed-dawla al soprannome Simsām e mi sembra perņ pił corretto.
1030 Si riscontrino: Ibn-el-Athīr, Abulfeda, e Ibn-Khaldūn, ll. cc., i quali copiano con varianti unico testo. Nowairi, l. c., non dice degli uomini di vilissima condizione. E forse copiando come gli altri, saltņ quelle parole perchč gli parvero contraddittorie al fatto trovato nel medesimo testo, o altrove, e dato da lui solo; cioč il governo degli Sceikhi in Palermo. Abulfeda, in fin del capitolo su i Kelbiti ch'ei trascrive da Ibn-Sceddād, dice che s'impadronirono della Sicilia i Kharegi, ossia ribelli.
1031 Si riscontrino: Ibn-el-Athīr, Abulfeda, Ibn-Khaldūn e Nowairi, ll. cc. I primi tre aggiungon al novero dei regoli Ibn-Thimna; ma Nowairi, ch'č il pił diligente di tutti in questo periodo, dice costui surto appresso: e ciņ si accorda meglio con gli altri fatti.
Ibn-Menkūt sembra di schiatta arabica. Questo nome che in un sol MS. di Nowairi si legge con la variante Metkūt, non puņ essere diverso da quell'Ibn-Menkud da cui si addomandņ un castello appunto in Val di Mazara, ricordato da Edrisi, presso Di Gregorio, Rerum Arabicarum, p. 119 della versione latina.
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