3, recto.
Gli articoli su la Sicilia e sue cittą e terre, che io ho dato nella detta Biblioteca, p. 105 a 126 del testo, son tratti dai due soli MSS. di Oxford e British Museum. I nomi stessi leggonsi nel Compendio del Mo'gem intitolato Merasid-el-Ittilā', pubblicato recentemente a Leyde dal professor Juynboll; ed io li ho posti nella Biblioteca, p. 127 a 132. Iakūt non conobbe forse l'opera di Edrisi, e di certo non la usņ trattando della Sicilia: la sola notizia che s'accordi un po' con Edrisi, č quella di Catania, di cui diremo pił innanzi. Oltre i nominati nel testo, Iakūt cita in due articoli Ibn-Herawi ed Abu-Hasan-Ali-Ibn-Badīs. Infine i versi ch'ei trascrive da una satira d'Ibn-Kalakis, venuto in Sicilia al tempo di Guglielmo il Buono; gli fornirono un sol nome geografico novello, cioč Oliveri; e nessuna notizia importante: D'Ibn-Kalākis diremo nel Libro VI.
1049 Mo'gem nella Biblioteca Arabo-Sicula, testo, p. 115.
1050 Ibidem: ecco il passo di Iakūt: «Ho veduto scritto di propria mano d'Ibn-Kattā' su la coperta del Tārīkh-Sikillīa (Storia di Sicilia) queste parole: Trovo in alcuna copia della Sīrat-Sikillia la nota marginale che sono in quest'isola ventitrč cittą ec.» La voce sirat significa "Memoria, cronica," ma non sappiamo se qui sia nome generico o titolo speciale del libro.
1051 Dhia' che vuol dir propriamente "podere demaniale" e in generale podere, possessione rurale. Come ogni podere avea i suoi proprii coloni o agricoltori, cosģ il nome si estendeva agli abituri pochi o molti; e perņ il significato puņ variare da Masseria o villa infino a Villaggio.
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