Il circolo della Sicilia s'avvicina alla curva che significa la costiera d'Affrica, ad un punto ove è scritto "Tabarca." Questa figura ridotta alla metà, si ritrova anche nell'Atlante della Géographie au moyen-âge, del dotto Lelewel, tavola terza. Un'altra figura vieppiù strana, a p. 25 dell'edizione di Gotha, spinge la Sicilia a levante verso Tripoli.
1208 Journal Asiatique, IVe serie, tomo V (1845), p. 91, e Archivio Storico Italiano, App. XVI, p. 21.
1209 Squarcio riferito da Ibn-Scebbât, il cui testo si vegga nella Biblioteca Arabo-Sicula, p. 210.
1210 Mo'gem, op. cit., p. 114.
1211 Op. cit., p. 115. La merhela, "cavalcata" ossia quel tratto di strada che si percorre d'un fiato, è misura itineraria degli Arabi, un po' vaga, e diversa secondo i luoghi. Edrisi nella descrizione dell'isola, Biblioteca Arabo-Sicula, p. 48 del testo, ragiona la merhela leggiera a diciotto miglia in circa. Così gli 11 rilievi da Messina a Trapani secondo il miglio di Sicilia del tempo di Edrisi che risponde al miglio romano e all'attuale di Sicilia, tornerebbero a 198 miglia. Ma ragionando la merhela a venti miglia, quella misura sarebbe quasi esatta, poichè gli itinerarii della posta di Sicilia del 1839, portavano 172 miglia a cavallo da Messina a Palermo per le Marine, e 68 da Palermo a Trapani per via rotabile, ch'è necessariamente più lunga. Secondo lo stesso Edrisi, la giornata di cammino, diversa dalla merhela, era da 24 a 36 miglia, e in media 30. Il miglio attuale di Sicilia risponde a 1487 metri; il romano si ragiona 1481 o 1475.
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