Si vegga la biografia di Gioneid, tradotta dal persiano di Giami per M. De Sacy, Notices et Extraits des MSS., tomo XII, p. 426 a 429 con le note corrispondenti.
1240 Par desso l'Abu-Bekr Sikilli che Giami pone in lista, op. cit. p. 409. D'altronde Makrizi nel cenno biografico non dimenticņ l'appellazione di Sufita.
1241 Perchč Makrizi lo chiama Misri e Sikilli. Non č mica probabile ch'ei fosse nato in Egitto e venuto in Sicilia.
1242 Hagi-Khalfa, edizione Flüegel, tomo IV, p. 474, n° 9271.
1243 Ibn-Besckowāl, op. cit., al nome: Derrāg. L'etą si scorge da quella d'un suo maestro in Spagna, per nome Abu-Gia'far-Ibn-'Awn-Allah, che andņ in pellegrinaggio il 342 (953).
1244 Ibn-Besckowāl, op. cit. a questo nome. Un discepolo di Rāik, per nome Sa'Id-ibn-Iūsuf da Calatayud, morģ il 395 (1004).
1245 Imād-ed-dīn, Kharīda, estratto dalla Dorra d'Ibn-Kattā nella Biblioteca Arabo-Sicula, testo, p. 595. Il titol di emiro si dič per cortesia a tutti i rampolli di famiglie principesche. Mi par bene tradurre tutti i versi che abbiamo di lui, alle allusioni dei quali non troviamo riscontro nelle croniche; ma vanno naturalmente tra l'abdicazione di Iusūf, 998, e la caduta della dinastia.
Ella mi dicea: Ho visto uomini prodi, ma nessuna (spada) del Iemen agguagliņ mai la tua.
Uso tanto ai tumulti della plebe, che ormai ti credi invulnerabile a lor sassi.
Ma fino a quando affronterai temerario i fati, offrirai il petto alle lance?
Ed io le risposi: Di tutto ho sentito parlare fin qui, fuorchč d'un Kelbita vigliacco.
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