1287 Mo'gem, l.c.
1288 "Discordie civili incalzanti; popolo dimentico (di sč stesso); secolo che infierisce sul genere umano:
Quelle soggiornano in questo a lor agio; nč accennano d'andar via: coprono (il mondo) tutto d'iniquitą e d'errore.
O sconsigliato procacciator di male, seguace d'ogni colpa, che mi dirai tu?
Hai venduto la tua casa dell'eternitą a vilissimo prezzo, di ben mondano che svanirą quanto prima.
Si vegga il testo di Oxford nella Bibl. Arabo-Sicula, p. 36 della Introd.
1289 Mo'gem, nella Biblioteca Arabo-Sicula, p. 114.
1290 Il biografo scrive che costui ietekallam, cioč litteralmente "ragionava;" ma il significato proprio č "ragionava secondo la scuola teologica detta degli Arabi Kelām, che torna quasi alla nostra teologia scolastica." Si vegga Renan, Averroės et l'Averroļsme, p. 79-80.
1291 Homaidi aggiugne ch'ei "trattava anche le scienze" (olūm): si deve intendere dunque d'altre scienze che la teologia, e perņ légge, o matematiche o filosofia.
1292 Il breve cenno biografico di costui si legge nel Gedswet-el-Moktabis di Homaidi, MS. della Bodlejana, estratto, nella Biblioteca Arabo-Sicula, p. 578. Ibn-Besckowāl, Ms. della Societą Asiatica di Parigi; al nome di Alī-ibn-Hamza, copia il cenno di Homaīdi.
1293 Si vegga la bella prefazione di M. De Sacy agli estratti delle Vite de' Sufiti di Giāmi, dei quali dič il testo persiano e la traduzione francese, aggiungendovi il testo arabico e versione d'un capitolo dei Prolegomeni d'Ibn-Khaldūn, Notices et Extraits des MSS., tomo XII, p. 287, segg.
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