Inoltre una descrizione di palagi, senza dire di qual paese, mi sembra opera troppo aliena dagli studii d'Ibn-Kattā'. Perņ mi č avviso di ritenere la lezione loro, che trovo altresģ nel MS. di Parigi, e di considerare Kisār, come plurale di Kasīr, "breve, corto, nom corto d'ingegno e di qualitą, imperfetto" che si legge nel Dizionario di Meninski. Sarebbe allora un dizionario biografico di "Scrittori minori," come noi diremmo. Del resto avverto che il pił delle volte č impossibile di tradurre con certezza i titoli dei libri arabi, quando non si sappia l'argomento, o non si abbia alle mani tutta l'opera, per comprendere quegli enimmi.
1363 Hagi-Khalfa, op. cit., tomo IV, p. 145, n° 7901, e tomo VI, p. 109, n° 12,867. Lo cita anche l'autore del Mesālik-el-Absār, nella Biblioteca Arabo-Sicula, testo, p. 656. Mi č parse bene rendere la prima voce col significato proprio di Sali. Gli Arabi l'adoperarono a un dipresso come noi al traslato, per significare "bellezze letterarie, espressioni vivaci ec."
1364 Ibn-Khallikān, l. cit., e tomo III, p. 190 della medesima versione inglese. Ma Hagi-Khalfa attribuisce ad altri l'opera cosģ intitolata, e nelle altre notizie biografiche di Ibn-Kattā' non se ne fa parola.
1365 Si vegga il Dizionario arabico di Freytag, tomo III, p. 170.
1366 Ibn-Khallikān, l. c., afferma che Ibn-Kattā' lasciņ molte poesie; e ne dą per saggio tre squarci, un dei quali non si trova negli estratti che ce ne serba. Imād-ed-dīn nella Kharīda, MS. di Parigi, Ancien Fonds, 1375, fog.
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