Quivi anche si legge che il giurista Abu-Mohammed-Abd-Allah-ibn-Iehia-ibn-Hamūd, Hazīmi, avea recitato in Alessandria all'editore, l'anno 513 (1119), que' versi di Bellanobi sentiti di sua propria bocca, e varii squarci d'Ibn-Rescīk e d'altri poeti non siciliani. Questo Ibn-Hamūd non era della famiglia Alida di tal nome che regnņ in Spagna e ne venne un ramo in Sicilia, ma della tribł d'Hazīma ch'apparteneva a quella di Nahd, e perņ alla schiatta di Kahtān.
Ecco alcuni versi della citata elegia:
Ottima e santissima delle madri, m'hai gittato in seno un'arsura, che il fuoco non l'agguaglia.
Tra noi si frappone la distanza dell'Oriente all'Occidente; e pure giaci qui accanto, la casa non č lungi da te!
Oh che s'irrighi la tua zolla, ad irrigarla scendanvi perennemente nubi gravide di pioggia,
E mentr'esse spargeranvi stille di pianto, sorridan lģ i pił vaghi fiori.
Dite all'Austro: Costei mori musulmana; accompagnaronla le preci della sera e della mattina;
Sosta tu dunque su la moschea Akdām, e tira su a settentrione senza torcere a manca ec.
La moschea Akdām a Karāfa presso il Cairo, č ricordata da Makrīzi nella Descrizione dell'Egitto, testo arabico, stampato di recente a Bulāk, tomo II, p. 445, dove si fa parola del cimitero di Karāfa, della incerta etimologia di quella denominazione d'Akdām, ec.
1430 Pag. 510.
1431 Kharīda, capitolo dei poeti egiziani, nella Biblioteca Arabo-Sicula, p. 605 e seg. Secondo Imad-ed-dīn, questo poeta morģ avanti il 544 (1149-50); onde mal reggerebbe il supposto che il Kāid-Mamūn fosse alcuno dei regoli di Sicilia, i quali si intitolavano Kāid, come s'č detto.
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