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      1478 Si vegga la p. 494, in questo capitolo.
      1479 Kharīda, MS. di Parigi, Ancien Fonds, 1375, fog. 24 verso, e altrove.
      1480 Ibid., e 25 verso. Di cotesti barbuti, l'uno chiamavasi Gia'far-ibn-Mohammed, e l'altro Hamdūn, nomi che non troviamo nelle memorie del tempo. Del secondo ei diceva: "La barba d'Hamdūn, č una casacca che gli serve a ripararsi dal gran freddo. O piuttosto, quand'ei vi s'asconde in mezzo, la ti pare un mantello da letto addosso a una scimmia."
      1481 Op. cit., fog. 24 recto, 26 recto ec. Ve n'ha non men che otto, un dei quali č di lode. A fog. 26 verso, lode d'una ballerina.
      1482 Kharīda, MS. di Parigi, Ancien Fonds, 1375, fog. 26 recto.
      Andai a fargli visita per novellare, che alla sua borsa io non pensava per ombra.
      Ma suppose che venissi a chieder danaro, e fu lģ lģ per morir di paura."
      1483 Kharīda, nella Biblioteca Arabo-Sicula, testo, p. 590:
      Con le parole ti avvicina ogni cosa; richiedilo, ed ecco ch'č lontano (cento miglia).
      L'amico non faccia assegnamento su la sua promessa; il nemico non tema mai la minaccia.
      1484 Kharīda, MS. cit., fog. 29 recto:
      Gran pezza sopportai la mal indole di costui e dicea tra me: s'emenderą forse.
      Ma or che ha tolto moglie, alla larga! ho paura delle cornate.
      1485 Ad un butterato di vaiolo, e a due di fiato puzzolente, op. cit., fog. e 27 recto e 28 recto.
      1486 Op. cit., fog. 24 verso: "O tu che mi biasimi del fuggire gli uomini e viver solitario,
      (Sappi), ch'io non so star con le vipere.
      Ed a fog. 29 recto: "Quand'uom ti dice villania, lascialo andare, che Dio ti aiuti!


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Storia dei musulmani in Sicilia
Volume secondo
di Michele Amari
F. Le Monnier Firenze
1858 pagine 654

   





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