34. C'È DIFFERENZA
(I, 407 - N. LV: Der er Forskjel: "Det var i Mai Maaned"...)
35. L'OMBRA
(I, 359 - N. XLV: Skyggen: "I de hede Lande, der kan rigtig nok Solen braende!"...)
36. IL PICCOLO TUK
(I, 355 - N. XLIV: Lille Tuk: "Ia, det var Lille Tuk, han hed egenlig ikke Tuk"...)
37. VERO VERISSIMO!
(I, 429 - N. LX: Det er ganske vist!: "Det er en frygtelig Historie!"...)
38. LA DILIGENZA DA DODICI POSTI
(II, 216 - N. CIV: Tolv med Posten: "Det var knagende Frost"...)
39. IL VECCHIO FANALE
(I, 338 - N. XLII: Der gamle Gadelygte: "Har Du hört Historien om den gamle Gadelygte?"...)
40. IL ROSPO
(II, 415 - N. CXXXII: Skrubtudsen: "Brönden var dyb, derfor var Snoren lang"...)
H. C. ANDERSEN
I.
C'era una volta, in un ospedale di questo mondo, un povero bambino senza mamma, malato da lungo tempo. È già tanto triste che i bambini sieno malati; ma all'ospedale poi, e senza la mamma...
Un giorno, passò dalla corsìa una donna vestita di nero - era una mamma senza figliuoli - e vide il bambino, a sedere sul letto, che giocava con certi soldatini ritagliati da un foglio, un po' sgualciti. Si fermò, e siccome sapeva giocare, aiutò il piccino, e fecero subito amicizia. Anzi, quando sentì che al minuscolo esercito mancavano i tamburini, promise di portarli la prossima volta.
Ai bambini bisogna sempre mantenere le promesse, come ai grandi; e tanto più se sono malati. La donna tornò dunque con un foglio di soldati, dove gli ultimi tre di ogni fila erano tamburini; e portò anche una forbice, per ritagliarli subito.
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