Il France si ribella: "Fiabe han da essere, fiabe per i piccini e per i grandi; belle fiabe in versi ed in prosa, che ci facciano ridere e piangere, e ci schiudano il paese incantato... I novellatori rifanno il mondo a modo loro, e dànno facoltà ai deboli, ai semplici, ai piccoli di rifarlo alla lor volta. Per ciò hanno sì grande potenza di simpatia; perchè aiutano ad immaginare, a sentire, ad amare. Nè abbiate paura che ingannino il bambino, popolandone la mente di elfi o di fate. Egli sa benissimo che la vita non ha di tali gentili apparizioni. Nella nostra società, ahimè, sin troppa è la gente positiva, che teme i danni dell'immaginazione. Ed ha torto, che dall'immaginazione, con le sue menzogne, è seminata ogni bellezza, ogni virtù nel mondo. Non si diventa grandi che col suo aiuto. Non temete, no, mamme, ch'essa perda i vostri figliuoli: li salverà più tosto, dalle colpe volgari e dai facili errori."6.
II.
Fatto vecchio, quando anch'egli poteva starsene tranquillo accanto alla stufa del suo salottino, ascoltando lo scrosciar della pioggia, al di fuori, e il sibilo del vento, come il buon vecchio poeta della novella,7 l'Andersen soleva dire che "dopo tutto, la fiaba più bella è la vita." E in vero, se dall'altezza gloriosa cui era giunto si volgeva a guardare il lungo cammino e la torbida alba, se riandava le pene, le lotte, le difficoltà dei primi passi, ben doveva la vita apparirgli fiaba assai più meravigliosa di quante il folletto Ole Luköie ne abbia mai imbastite, con la stoffa di cui son fatti i sogni.
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France Andersen Ole Luköie
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