Seguiva, tra impaurito e curioso, i malati che giravano per il cortile, e tendeva l'orecchio ai canti ed ai discorsi sconnessi. Col nonno, non aveva parlato che un'unica volta; il nonno gli aveva dato del Lei, ed il bambino n'era rimasto molto colpito. Il povero vecchio aveva peṛ un'abilità speciale, che il nipote in certa misura erediṭ. Sapeva intagliare nel legno ogni sorta di bizzarre figurine - uomini con la testa di bestie, leoni e cavalli con le ali, e balocchi di mille strane forme che facevano rimaner ĺ a pensare che cosa propriamente volessero essere.
Anche il babbo, del resto, sapeva fabbricargli tanti balocchi. Gli aveva fatto un bel molino che, quando la ruota girava, faceva ballare anche il mugnaio; e certe figurine che, a tirar un filo, mutavano la testa, e bambole di cenci, poi, non so quante, e burattini per il teatro. Il babbo giocava sovente con lui, e la domenica se lo conduceva in campagna, per prati e per boschi, sin che stanchi si sedevano a terra, - e allora il babbo cavava di tasca un libro e leggeva. Felice di aver trovato un ascoltatore sempre pronto ed attento, leggeva al piccino pagine e pagine; e tante volte eran cose ch'egli non poteva capire. Ma Hans non batteva palpebra; fissava il babbo con que' suoi piccoli occhi tagliati alla cinese, e poi, tornato a casa, ruminava per ore ed ore quello che aveva udito. Il suo posto preferito per tali meditazioni era nel cortile, presso ad un cespuglio d'uva spina che n'era l'unica verzura. Tra il cespuglio ed il muro, Hans spiegava a mo' di tenda un grembiale della mamma, aiutandosi con un manico di scopa piantato in terra; e là rimaneva, per intere giornate.
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Hans Hans
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