Metteva insieme le commedie da sč, con reminiscenze delle letture fatte o delle novelle udite raccontare; e in fondo al libretto del congedo militare di suo padre segnava, con una bizzarra ortografia, i titoli delle commedie che avrebbe poi scritte da grande. In tanto si struggeva di comporne una dove entrassero re e regine: ma il difficile era trovare una lingua abbastanza di lusso per far parlare personaggi cosė altolocati. Ne domandō a sua madre e ad alcune vecchine della casa di ricovero, sue grandi amiche, le quali gli raccontavano sempre tante novelle di re e di principesse; ma non seppero dirgli nulla di positivo. Da tanto tempo non venivano a Odense re nč principi... Certo, perō, simili personaggi avranno parlato in qualche lingua straniera. E allora il piccolo Hans, trovato tra i libri del suo povero babbo un manuale di conversazione tedesca, inglese e francese, con la traduzione danese a fronte, compose per i suoi re un gergo speciale, poliglotta, con uscite di questo genere: God Morgen, signor Padre, haben Sie well dormi?
Oramai, il piccolo Hans non era pių piccolo: s'era fatto lungo e magro, e di una bruttezza quasi buffa. Poi che aveva una voce discreta, s'era messo in capo che quella avesse ad essere la sua fortuna; e per esercitare la voce, andava fuor di porta e girava per i campi, cantando e gesticolando. E i monelli si prendevano beffe di lui, gridandogli dietro: "Ecco lo scribacchino di commedie!" - e lo rincorrevano e lo perseguitavano, proprio come facevano le oche e i polli col brutto anitroccolo ch'era poi in vece un cigno.
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Odense Hans God Morgen Padre Sie Hans
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