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      Gli attori parlavano tra loro di un grande ballo fantastico, che pareva, a sentirli, cosa ben più grandiosa ancora di ogni commedia, e di certa Madama Schall, che doveva esserne di sicuro la regina o giù di lì; e Hans, il quale nemmeno sapeva che roba fosse propriamente un ballo fantastico, immaginò senz'altro in questa signora Schall la fata benefica che aveva a spianargli la via della fortuna ed a schiudergli il paradiso de' suoi sogni.
      A Odense c'era allora uno stampatore che si chiamava Iversen. Hans non lo aveva mai veduto, ma sapeva che alcuni attori della Compagnia Reale erano stati spesso a desinare da lui. "Quello lì deve conoscerli bene!" - pensò: "Certo ch'egli saprà tutto!" E andò da lui, risolutamente.
      Voglio andare a Copenaghen a cercar fortuna, perchè la mia vocazione è il teatro,
      - gli disse, "e son venuto da lei per un favore. Vuol darmi una lettera di presentazione per Madama Schall?"
      Ma io non l'ho mai vista nè conosciuta!
      - esclamò il buon vecchio, sbalordito.
      E poi, paternamente, tentò di far entrare in capo al ragazzo che la sua era una pazzia bella e buona, che la fortuna non viene già nella vita così, come nelle novelle, e ch'era molto, ma molto meglio che si mettesse a lavorare, ad un buon mestiere...
      Ah, questo sarebbe un vero delitto contro la Provvidenza!
      - esclamò Hans con enfasi. E il buon vecchio rimase così colpito dall'aria di sicurezza del fanciullo, e dalla sua fede nell'ingegno che la Provvidenza gli aveva dato per metterlo a frutto, che non osò più fiatare.


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40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345

   





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