La fece per ciò vedere anche al suo illustre collega Consigliere Jonas Collin, il quale, informatosi subito delle condizioni e del carattere del giovinetto, si incaricò di parlarne al Re, ed ottenne che fosse mandato al liceo di Slagelse, per tre anni, a spese dello Stato, a fine di prepararsi agli esami universitari. Da allora in poi, il buon vecchio Consigliere gli aperse il suo cuore e la sua casa, e Hans riebbe un padre ed una famiglia, di cui per tutta la vita ricambiò l'affetto con la più devota gratitudine.
Quanto alla protezione del Re, essa non gli venne mai meno. Federico VI fornì all'Andersen il tipo di que' suoi re e imperatori patriarcali, che si affrettano in persona ad aprire quando sentono picchiare all'uscio, e se debbono correre a vedere quel che accade nella corte rustica, "si tirano su prima le pantofole dietro, perchè hanno il vizio di acciaccarle col calcagno." A Federico, l'Andersen tributò sempre la più affettuosa venerazione, e soleva dire commosso che le ultime parole di lui erano caratteristiche della sua bontà. "Che freddo!" - aveva detto il buon Re morente: "Bisogna pensare alla legna per i poveri."
* *
Da quando, nell'autunno del 1823, l'Andersen si recò al liceo di Slagelse, l'invernata dell'anitroccolo si può dire finita. Ma perchè i suoi compatrioti si avvedessero ch'egli era veramente un cigno, ci vollero molti e molti anni ancora; e se non ebbe più a patire la fame ed il freddo, non gli furono risparmiati dolori e pene.
A Slagelse, in tanto, il severo Rettore Simone Meisling non si sapeva capacitare che un ragazzo così ignorante, a diciott'anni, da doverlo mettere nella classe dei piccoli, a imparare "le cose che tutti sanno", potesse davvero essere dotato di tanto ingegno, quanto i suoi protettori credevano.
| |
Consigliere Jonas Collin Slagelse Stato Consigliere Hans Andersen A Federico Andersen Andersen Slagelse Slagelse Rettore Simone Meisling
|