E da per tutto gli facevano leggere le sue novelle. Alla Corte di Sassonia i figli del Re Giorgio "le sapevano tutte a memoria;" il Re stesso gli domandò di leggere l'Abete e Holger Danske, e la Principessina Maria Elisabetta, allora quattordicenne, ricordando molti anni dopo la visita del buon vecchio poeta, ne raccontava le novelle alla sua bambina - Margherita di Savoia.
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La predizione si avverò: per una volta almeno le posature di caffè non avevano mentito. Nel decembre 1867 Odense fu illuminata in onore di Giovanni Cristiano Andersen, e le feste solenni superarono certo ogni più pazzo sogno della povera Anna Maria.
L'Andersen fu ospite del Vescovo e tutte le autorità vennero ad ossequiarlo; e nel palazzo di città gli fu offerto un banchetto da duecentoquaranta persone. I bambini delle scuole ebbero vacanza e sparsero canestri di fiori sul suo passaggio; e Re Cristiano IX gli mandò un affettuoso telegramma. Quando poi il vecchio venerando consentì a leggere due novelle all'Istituto di Meccanica, l'entusiasmo de' suoi concittadini non conobbe più limiti...
E poi? Che cosa avvenne poi? Perchè qualche cosa di bello ha da venire: lo diceva l'abete, e lo diceva sempre anche l'Andersen.
È vero. Ha da venire qualche cosa di più bello.
Rolighed è un bel nome: in danese significa tranquillità; e Rolighed è il nome di una bella villa dei dintorni di Copenaghen, che appartiene ai signori Melchior. In quella villa, presso quegli ottimi amici, il vecchio poeta si sentiva come in casa propria, e soleva occupare due stanze al primo piano, con una grande veranda aperta sul giardino.
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