H. C. ANDERSEN, Mit Livs Eventyr (La novella della mia vita) apparsa la prima volta in danese nel 1855. Sin dal 1839, però, Xavier Marmier aveva pubblicato nella "Revue du XIX siècle" la Vie d'un Poète, compilata su di un ms. affidatogli dall'A. stesso nel 1838, e reputata la fonte biografica più attendibile, sin che alla edizione tedesca, non fu premessa, nel 1846, Das Märchen meines Lebens, tradotta in inglese nell'anno seguente da Mrs. Howitt col titolo The true story of my life.
H. C. ANDERSEN, I Sverrig (Nella Svezia), 1852. In questo e negli altri diarii di viaggio (Il Bazar di un poeta, Nella Spagna, Nel Portogallo), sono sparse notizie autobiografiche importantissime; e nei cinque romanzi dell'A. i rispettivi protagonisti ci forniscono, per la biografia di lui, quasi senza volere, contributi anche più preziosi della Mit Livs Eventyr. Infatti, l'Antonio dell'Improvvisatoren (L'improvvisatore), l'Otto Thostrup, - "l'Amleto invertebrato," come fu detto da un critico - del romanzo O. T., il povero Christian del Kun en Spillemand (Un semplice sonatore - tradotto in alcune edizioni "Il Violinista") - l'opera sua più discussa in Danimarca, appunto per lo spiccato carattere autobiografico, - il gentiluomo povero nel De to Baronesser (Le due Baronesse), e Niels Bryde, il figlio del custode della Torre Rotonda di Copenaghen, nel Al vaere eller ikke vaere (Essere o non essere) sono tutti, più o meno, autoritratti.
BREVE FRA H. C. ANDERSEN, Udgivne fra C. A. S. Bille og N. Bogh (Lettere dell'A. pubblicate da C. A. S. Bille e Nicolò Bogh), Copenaghen, 1878.
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