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      .. Ci siete tutti? tutti uniti, per benino?" - e fece per alzarsi: "No non siete tutti: l'ovo più grosso è sempre qui. Quanto ci vorrà ancora? Davvero che questa volta ne ho quasi abbastanza!" - E si rimise a covare.
      Dunque, come va?
      domandò una vecchia anitra venuta a farle visita.
      Va, che va per le lunghe con uno di questi ovi!
      - disse l'anitra che covava: "Non ci si scorge ancora nemmeno uno screpolo. Ma bisogna tu veda gli altri. Sono i più begli anatrini ch'io abbia mai veduti. Tutti il loro padre, quel mariuolo, che nemmeno è venuto una volta a trovarmi!"
      Lasciami vedere quest'ovo che non vuole scoppiare,
      - replicò l'altra. "Bada a me, sarà ovo di tacchina. È toccata a me pure una volta, e ti so dire che ho avuto il mio bel da fare con quei piccoli: avevano una paura dell'acqua... Per quanto chiamassi e sbattessi le ali, non ne venivo a capo. Fammi vedere. Sì, sì, è un ovo di tacchina. E tu lascialo fare, e insegna piuttosto a nuotare agli altri piccini."
      Oramai ci starò un altro poco,
      - rispose la mamma. "Ci sono stata tanto, che poco più, poco meno..."
      Bontà tua!
      - fece la vecchia; e se ne andò.
      Finalmente, l'ovo grosso si aperse. "Pip, pip!" - disse il figliuolo, e scappò fuori. Era grande grande e bruttissimo. L'anitra lo guardò bene. "È terribilmente grosso," - disse: "Nessuno degli altri è così: fosse mai davvero un piccolo tacchino ? Si fa presto a vedere. Ma nell'acqua ha da andare, dovessi buttarcelo dentro io, dovessi!"
      Il giorno dopo, il tempo era magnifico: il sole splendeva caldo tra il verde.


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40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345