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      Così, vedete? Chinate il collo, e fate: qua, qua!"
      E così fecero. Ma le altre anitre, tutto all'intorno, li esaminarono, e dissero: "Vedete qua! Anche questa truppa ci càpita! Come se non fossimo già troppi! O che è quel brutto coso bigio laggiù! Non possiamo tollerare una simile bruttura!" - E un'anitra gli piombò addosso, e lo beccò sul collo.
      Lasciatelo stare,
      - disse la madre: "Non fa male a nessuno."
      Sì, ma è così grande e così diverso dagli altri,
      - disse l'anitra che l'aveva morso, "che bisogna le buschi."
      Avete una bella famiglia, mamma Anitra!
      - disse la vecchia col nastrino rosso alla zampa: "Sono tutti bei figliuoli, eccetto quel povero disgraziato lì. Vorrei che poteste rifarlo."
      Ahimè, Eccellenza, questo non è possibile!
      - disse mamma Anitra: "Non è bello, ma è di buonissima indole, e nuota magnificamente, come tutti i suoi fratelli; starei quasi per dire che nuota meglio. Credo che col tempo migliorerà, o, almeno, finirà di crescere. È stato troppo nell'ovo, e per questo non è venuto bene." - E la madre gli battè sul dorso ed incominciò a lisciarlo. "Del resto," - continuò, "è un maschio, e quindi poco importa. Prevedo, anzi, che diverrà robusto; se la cava già abbastanza bene..."
      Gli altri anatrini sono molto graziosi,
      - disse la vecchia: "Fate come se foste a casa vostra; e se per caso trovate una testa d'anguilla, portatemela pure."
      E fecero infatti come se fossero a casa loro.
      Ma il povero anitroccolo, ch'era uscito ultimo dall'ovo ed era tanto brutto, s'ebbe i colpi di becco, gli assalti e le beffe delle anitre e dei polli.


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40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345

   





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