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      Sì, dev'essere proprio una bella gioia!
      - disse la gallina ironicamente: "Diventi matto, ora? Domanda un po' al gatto, ch'è il più savio tra quanti io mi conosca, se gli parrebbe un piacere saltare nell'acqua e nuotare! Di me, non parlo... Domandalo, se vuoi, anche a Sua Eccellenza, la nostra vecchia padrona. Più savio di lei, non c'è alcuno al mondo. Ti pare che le possa venir voglia di nuotare, o di sentirsi richiudere l'acqua al di sopra del capo?"
      Voi altri non mi capite!
      - disse l'anatroccolo.
      Se non ti si capisce noi, chi dunque t'ha a capire? Non vorrai già essere più sapiente del gatto e della padrona. Di me, ti dico, nemmeno voglio parlare. Non farmi lo schizzinoso, bambino; non ti mettere grilli per il capo. Ringrazia il tuo Creatore per tutto il bene che ti ha concesso. Non sei capitato in una stanza ben riparata, e in una compagnia, dalla quale non hai se non da imparare? Ma sei un cervello sventato, e non c'è sugo a ragionare con te. A me, tu puoi credere, perchè ti voglio bene; ti dico certe verità che ti feriscono, ma da questo si conoscono i veri amici! Vedi d'imparare a far l'ovo, a buttar fuori scintille e a far le fusa!
      Credo che me n'andrò a girare il mondo,
      - disse l'anitroccolo.
      Buon pro ti faccia!
      disse di rimando la gallina.
      E l'anitroccolo se ne andò. Si tuffò nell'acqua, nuotò; ma per la sua bruttezza tutte le bestie lo scansavano.
      Venne l'autunno: nel bosco le foglie diventarono gialle e brune: la bufera le portava via, le faceva turbinare, e su, nell'aria, il freddo diveniva sempre più intenso.


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40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345

   





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