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      Cavò fuori esca e acciarino; ma proprio nel momento che, battendo sulla pietra focaia, ne faceva sprizzare la scintilla, eccoti che si spalanca la porta, e gli si presenta quel cane che aveva un par d'occhi grandi come due scodelle, quello ch'egli aveva veduto nel sotterraneo, e gli dice: "Che mi comanda il mio Padrone?"
      Che affare è questo?
      - disse il soldato: "Ecco un curioso acciarino, d'un genere che non mi dispiace, se battendolo posso avere tutto quello che voglio! - Portami un po' di danaro!" - disse al cane; e il cane, vssst! via come il vento; e vssst! rieccotelo con una grossa borsa tra i denti, tutta piena di danaro.
      Il soldato sapeva ora che meraviglioso acciarino fosse quello. Se batteva un colpo solo, subito veniva il cane che stava sullo scrigno delle monete di rame; se batteva due colpi, veniva quello ch'era a guardia dell'argento; se ne batteva tre, veniva quello ch'era a guardia dell'oro. - E allora il soldato tornò nel bel quartierino di prima, tornò ben vestito; e allora tutti i suoi buoni amici lo riconobbero subito, perchè, già, gli volevano un mondo di bene.
      Un giorno disse tra sè: "È curiosa che non si possa mai arrivare a vederla, questa Principessa. Dicono tutti che sia tanto bella... Ma a che serve, se ha da star sempre rinchiusa nel castello di rame dalle mille torri? Che non m'abbia a riuscire di vederla una volta? Dov'è il mio acciarino?" Battè sulla pietra focaia, e vssst! eccoti il cane con gli occhi grandi come due scodelle.
      Veramente, è quasi mezzanotte,


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40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345

   





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