- disse il soldato: "ma pure mi piacerebbe di vedere la Principessa, non fosse che per un minuto."
Non aveva finito di dirlo, che il cane, via di corsa! era bell'e fuor dell'uscio; e prima che il soldato se n'avvedesse, era già di ritorno con la Principessa. Essa gli stava seduta sul dorso e dormiva: non c'era da sbagliarla; si vedeva subito ch'era una vera Principessa, tanto era bella. Il soldato non potè far a meno di darle un bacio: non si è soldati per nulla. Ma il cane tornò via di corsa con la Principessa.
La mattina dopo, mentre il Re e la Regina erano a colazione, la Principessa raccontò uno strano sogno, che aveva fatto la notte prima, di un cane e di un soldato, - di un cane ch'era venuto a prenderla, e di un soldato che l'aveva baciata.
Non ci mancherebbe altro!
- esclamò la Regina.
E fu ordinato ad una vecchia dama di corte di montare la guardia, la notte dopo, presso al letto della Principessa, per vedere se si trattasse veramente d'un sogno, o che altro potesse mai essere.
Il soldato si struggeva dal desiderio di rivedere un'altra volta la Principessa; e così, il cane tornò nella notte, la prese, e via di corsa, più presto che potè. Ma la vecchia dama si mise le galosce, e corse quanto il cane. Quando l'ebbe visto entrare in un gran casamento, pensò: "Ora, so io dov'è!" - e con un pezzetto di gesso fece una croce sulla porta; poi andò a casa, e si coricò. Intanto il cane tornò con la Principessa; ma quando vide che sull'uscio della casa dove abitava il soldato c'era una croce, prese anch'esso un pezzetto di gesso e fece tanto di croci, su tutti gli usci della città. E fu una bella trovata, perchè così la dama non poteva più riconoscere l'uscio del soldato, se tutti gli usci avevano la loro croce.
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