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      Il rosaio s'è fermato alle rose e di meglio non sa fare.
      17.
      Passò l'estate e venne l'autunno; il rosaio continuò a dar rose, sin che cadde la neve ed il tempo si fece umido e freddo; e allora il rosaio si chinò al suolo: la chiocciola si ficcò sotterra.
      Poi cominciò un anno nuovo, e le rose tornarono a sbocciare e tornò fuori anche la chiocciola.
      Ora, tu sei un vecchio rosaio,
      - disse la chiocciola "Devi sbrigarti e finirla, poi che hai dato al mondo tutto quello che avevi in te: se sia servito a qualche cosa, è questione ch'io non ho avuto tempo di meditare; ma questo intanto è chiaro e limpido: che tu non hai fatto niente di niente per migliorare te stesso: se no, avresti dato qualche cos'altro. Che puoi rispondere a questo? Tra poco sarai ridotto un pezzo di legno secco. Capisci quel che ti dico?"
      Mi fai paura!
      - rispose il rosaio. "Non ci avevo pensato mai."
      No, davvero; tu non ti sei affaticato di certo a pensare. Ti sei nemmeno domandato perchè fiorisci e come avviene la tua fioritura? Perchè le cose vanno così e non in altro modo?
      No,
      - disse il rosaio. "Io ho fiorito nella gioia perchè non potevo altrimenti. Il sole era così caldo, l'aria così fresca... Bevevo le pure gocciole di rugiada e la forte pioggia violenta: respiravo, vivevo! Fuor della terra, sorgeva in me una forza; dall'alto, scendeva in me una forza; ed io ne risentivo una gioia sempre nuova, e sempre così grande, che dovevo fiorire e fiorire. Era la mia vita quella; nè potevo fare altrimenti!
      Hai menato una vita molto comoda!


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40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345