Quando l'acqua era calma, si poteva vedere il sole: pareva un fiore purpureo, e tutta la luce pareva venir dal suo calice.
Ciascuna delle piccole Principesse aveva nel giardino il suo pezzettino di terra, dove poteva zappare e piantare a suo piacimento. L'una dava alla propria aiuola la forma d'una balena; l'altra quella di una sirenetta; ma la più giovane faceva sempre la sua tutta rotonda, come il sole, e i suoi fiori erano rossi e splendenti, come il sole appunto. Era una strana bambina, quieta e pensosa; e mentre le sorelle si adornavano di tutte le belle cose avute in dono in occasione del naufragio di qualche bastimento, essa non si curava d'altro che de' suoi fiori rossi come il sole; nè altro mai aveva voluto che una squisita statua di marmo. Questa statua rappresentava un bellissimo fanciullo, scolpito nel più puro marmo bianco, ed era colata a fondo da una nave naufragata. La Principessina aveva piantato un roseo salice piangente presso alla statua; l'albero era cresciuto a meraviglia, ed i freschi suoi rami pendevano sopra la statua verso l'azzurro terreno sabbioso, dove l'ombra appariva violacea, e si agitava di continuo come i rami stessi: sembrava che l'estremità dei rami e le radici giocassero insieme e volessero baciarsi.
Non v'era per la sirenetta maggior piacere che l'udir raccontare del mondo degli uomini, ch'era al di sopra dei mari. Bisognava che la vecchia nonna raccontasse tutto quel che sapeva, di navi e di città, di uomini e di animali. Le pareva sopra tutto meraviglioso che lassù, sulla terra, i fiori avessero profumo, perchè nel fondo del mare non sentivan di nulla; e che gli alberi fossero verdi, e che i pesci, lassù, tra gli alberi, sapessero cantare così forte e così dolcemente, ch'era una gioia lo starli a sentire.
| |
Principesse Principessina
|