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      Poi giunse la volta della quinta sorella. Il suo natalizio veniva d'inverno, e così ella vide quello che le altre non avevano ancora potuto vedere. Il mare era tutto verde, e grandi blocchi di ghiaccio andavano galleggiando qua e là: ognuno di quei blocchi pareva una perla, diceva, e pure era molto più grande dei campanili e delle cattedrali edificate dagli uomini: avevano le più strane forme, e rilucevano come diamanti. Si era persino seduta sul più grande di tutti, ed aveva lasciato che il vento scherzasse con i suoi lunghi capelli, mentre i bastimenti le passavano dinanzi veleggiando, rapidi come freccie. Ma verso sera il cielo era divenuto tutto nero: che tuoni! che lampi! Le onde nere nere sollevavano il grande blocco di ghiaccio, sin che scintillasse su alto, nel sinistro chiarore. Su tutte le navi, le vele erano ammainate, e in tutte era spavento e angoscia. Ma essa se ne stava tranquilla sul suo blocco galleggiante, guardando i serpeggiamenti azzurrini delle saette, che guizzando cadevano nel mare.
      Ciascuna delle sorelle, quando saliva per la prima volta alla superficie delle acque, era entusiasta del nuovo, magnifico spettacolo. Ma poi quando, fatte grandi, avevano il permesso di andare dove volevano, tutto ciò diveniva loro indifferente: non desideravano più che di tornarsene, e dopo un mese di tempo, finivano per conchiudere che giù sotto era più bello che da per tutto, e che in nessun luogo si stava così bene come a casa.
      Molte volte, la sera, le cinque sorelle si prendevano tutte per mano e salivano così in fila alla superficie delle acque.


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40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345