La nave gemeva e scricchiolava; alla fine i fianchi poderosi cedettero al terribile urto, e l'acqua irruppe nel bastimento: l'albero maestro si spezzò in due come un giunco; e la nave rimase coricata sul fianco, mentre l'acqua allagava la stiva. Allora la sirenetta conobbe il pericolo che l'equipaggio correva: ella stessa doveva badar bene a evitare le assi e i rottami della nave che galleggiavano tutt'intorno. Ora il buio era così fitto, che non si discerneva più nulla di nulla; i lampi ora mandavano tale chiarore, che si poteva scorgere benissimo ogni persona ch'era a bordo. Fra tutti, la sirenetta teneva d'occhio il giovane Principe, e quando la nave si squarciò, lo vide cadere in mare. Ne fu tutta contenta, perchè finalmente sarebbe venuto giù in fondo con lei. Ma poi rammentò che gli umani non vivono nell'acqua, e che prima di arrivare giù, al palazzo di suo padre, sarebbe probabilmente morto. No, non doveva morire. Ella si diede a nuotare, allora, tra le scheggie e le travi che ricoprivano la superficie dell'acqua, senza nemmeno pensare che una di esse avrebbe potuto ferirla. Si tuffava giù giù sotto l'acqua, poi ricompariva di nuovo, e a questo modo potè giungere vicino al Principe, il quale poco oramai avrebbe potuto durar a nuotare in quel mare burrascoso. Già si sentiva mancare, aveva già chiuso i bellissimi occhi, e sarebbe morto di sicuro, se la sirenetta non fosse venuta in suo aiuto. Ella gli sorresse il capo fuor dell'acqua, e lasciò poi che le onde li portassero tutti e due alla deriva.
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Principe Principe
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