Si appuntò solidamente i lunghi capelli intorno al capo, perchè i polipi non glieli potessero afferrare, si strinse le braccia al petto, e avanti, guizzando diritta e lesta come un pesce nell'acqua, tra i brutti polipi, che allungavano verso di lei le orride braccia articolate e le giunture delle innumerevoli dita. Vedeva che ciascuno stringeva quel che aveva afferrato con cento e cento piccole braccia, come sottili sbarre d'acciaio. Uomini, ch'eran periti in mare e colati al fondo, sporgevano come bianchi scheletri fuor dalle branche dei polipi; ed anche remi e stipi e ossami di animali marini tenevano essi abbrancati, e persino una piccola sirena, che avevano acchiappata e strangolata... e questo sembrava il più orribile di tutto alla nostra Principessa.
Arrivò ad una vasta palude nel mezzo del bosco, dove grossi serpenti d'acqua andavano strisciando intorno, svolgendo le spire degli orribili corpi giallognoli. Nel mezzo di questa palude, c'era una casa costruita con bianche ossa di naufraghi; e là stava la strega, occupata a dar da mangiare ad un rospo, fuor dalla propria sua bocca, come si fa noi alle volte per dare un pezzetto di zucchero ad un canarino. Quei serpentacci, essa li chiamava i suoi cari pulcini, e se li lasciava venire in grembo e sulle spalle.
So quello che vuoi!
- disse la strega marina "È stupido da parte tua, ma sarà fatto a tuo modo, poi che altro che sventura non ti ha da portare, mia bella Principessa. Tu vuoi liberarti della tua coda di pesce, ed avere in vece due fusti, come quelli che la gente della terra adopra per camminare, perchè il giovane Principe si innamori di te, e tu possa acquistare un'anima immortale.
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Principessa Principessa Principe
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