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      Ma per l'appunto in quel momento si vide dinanzi il bel Principe, che la fissava con que' suoi occhioni neri come il carbone, ed ella abbassò i suoi. Si avvide allora che la coda di pesce era sparita, e che aveva in vece i più bei piedini, che mai fanciulla al mondo abbia potuto desiderare. Ma non aveva vesti, e per ciò si avvolse nei lunghi capelli. Il Principe le domandò come mai fosse giunta colà, ed ella lo guardò con dolcezza, ma molto tristamente, con i cupi occhi azzurri, perchè parlare non poteva. Allora egli la prese per mano e la condusse nel castello. Ogni passo che moveva, era - la strega l'aveva predetto - come se camminasse sugli aghi o sui coltelli appuntiti; ma sopportava volentieri la sua tortura. Camminava alla destra del Principe, leggiera come una bolla di sapone, e tutti rimanevano attoniti per la grazia flessuosa de' suoi movimenti.
      Alla corte le furono date magnifiche vesti di seta e di velo, ed era la più bella creatura di tutto il castello; ma era muta, non poteva cantare nè parlare. Bellissime schiave, vestite di seta e d'oro, cantavano dinanzi al Principe ed alla famiglia reale; una cantava più dolcemente delle altre, ed il Principe le sorrideva e le batteva le mani. Allora, la piccola sirena si attristava, poi che un tempo ella aveva cantato ben più dolcemente, e pensava: "Oh, se almeno sapesse che ho rinunziato per sempre alla mia voce, per istargli vicino!"
      Le schiave ballavano poi molte danze ondeggianti, bellissime, accompagnate dalle più dolci musiche; e allora la sirenetta levava le belle braccia candide, si alzava in punta di piedi, e guizzava sfiorando appena il pavimento, quasi senza toccarlo, come nessun'altra sapeva.


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40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345

   





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