Tu, povera sirenetta, ti sei sforzata con tutto il cuore di giungere il fine, dietro al quale noi pure ci struggiamo; hai penato e sopportato: per la tua bontà, sei assurta al mondo degli spiriti; e di qui a trecent'anni, potrai avere anche tu un'anima immortale."
La sirenetta alzò gli occhi snebbiati verso il sole di Dio, e, per la prima volta, li sentì riempirsi di lacrime.
Sul bastimento eran tornati la vita ed il frastuono. Ella vide il Principe e la sua sposa, che la cercavano per tutto: poi guardavano tristamente la spuma iridata, come se sapessero che la sirenetta s'era gettata nel mare. Invisibile, ella baciò la fronte della sposa, alitò leggermente sul volto del Principe, e poi salì con le altre figlie dell'aria sulle rosee nubi fluttuanti per l'etere.
Di qui a trecent'anni, voleremo tutte così in Paradiso!
E può darsi che ci arriviamo anche prima!
- mormorò una figlia dell'aria: "Sempre invisibili, noi visitiamo le case degli uomini dove ci sono bambini, e per ogni giorno in cui troviamo un bambino buono, che dà conforto al babbo e alla mamma e merita il loro affetto, il nostro tempo di prova ci viene un po' abbreviato. I bambini non ci vedono volare per la stanza; ma quando sorridiamo di gioia, perchè uno è buono, ci viene condonato un anno dei nostri trecento; quando, in vece, vediamo un bambino cattivo, che fa le bizze, piangiamo dal dispiacere, ed ogni lacrima è un giorno di più, che si aggiunge al nostro purgatorio."
LA PICCINA DEI FIAMMIFERI
Faceva un freddo terribile, nevicava e calava la sera - l'ultima sera dell'anno, per l'appunto, la sera di San Silvestro.
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