Ed il Cavaliere tornò di corsa dall'Imperatore, e gli disse che doveva essere una favola, inventata dagli scrittori di libri.
La Vostra Imperiale Maestà non può credere quanta parte di quello che si scrive sia pura immaginazione, - senza contare la poesia che è detta arte nera.
Ma il libro nel quale l'ho letto,
- disse l'Imperatore, - "mi fu mandato dall'alto e possente Imperatore del Giappone; e perciò non può mentire. Io voglio sentire l'usignuolo. Deve venire qui questa sera stessa. Egli ha il mio imperiale gradimento; e se non viene, dopo che la Corte avrà cenato, tutta la Corte sarà pestata sotto i piedi!"
Tsing pe!
- disse il Cavaliere; e di nuovo corse su e giù per gli scaloni, e per tutte le sale e i corridoi; e metà della Corte correva con lui, perchè ai cortigiani poco garbava d'essere pestati sotto ai piedi.
Poi fu fatta una grande inchiesta, per iscoprire quest'usignuolo, che tutti conoscevano all'infuori della Corte.
Finalmente, in cucina, trovarono una povera ragazzetta, la quale disse:
L'usignuolo? Altro se lo conosco! Sì, canta tanto bene. Ogni sera mi è data licenza di portare alla mia mamma malata gli avanzi della tavola. La mia mamma abita vicino alla spiaggia del mare; e quando, nel ritorno, mi sento stanca, mi riposo nel bosco, e allora ascolto il canto dell'usignuolo; e gli occhi mi si inumidiscono, ed è come se la mamma mi desse un bacio.
Ragazza mia,
- disse il Cavaliere: "Io ti farò avere un posto nella cucina imperiale, con licenza di vedere l'Imperatore mentre desina, se ci sai condurre immediatamente da quest'usignuolo; perchè il concerto è annunziato per questa sera stessa.
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