Lo so ben io dov'è andata!" - sospirò il paléo: "È andata nel nido delle rondini ed ha sposato il rondone."
E più il paléo ci pensava, e più si sentiva attratto verso la palla; e appunto perchè non la poteva avere, il suo amore cresceva. Il fatto, poi, ch'essa avesse preso un altro, dava al caso un carattere particolare. Il paléo girava intanto su se stesso e brontolava ma pensava sempre alla palla, che, nella sua mente, diveniva sempre più e più bella. Così passarono parecchi anni, e questo suo era divenuto oramai un antico amore.
Il paléo, a dir vero, non era più giovane... ma un giorno lo dorarono. Non era mai stato così bello! Era divenuto un vero paléo d'oro, e girava, ch'era un piacere sentirne il ronzìo. Sì, era proprio bello! Una volta, però, diede un balzo troppo alto, e... addio il mio balocco!
Cerca e cerca - si frugò da per tutto, persino in cantina; ma non fu possibile ritrovarlo. Dov'era andato?
Era saltato in un immondezzaio dove c'era ogni sorta di rifiuti: torsoli di cavolo, spazzature, rottami, calcinacci caduti dalle grondaie.
Un bel posto davvero per un par mio! Qui la mia doratura sarà presto bell'e andata. Povero me, tra che mucchio di cenci son capitato!
E sbirciò di traverso un torsolo, che gli stava troppo accosto, e un certo cosino rotondo che sembrava una mela vizza; ma non era una mela, era una vecchia palla rimasta per anni sulla grondaia del tetto, e mezzo sfasciata, tant'acqua aveva dovuto bere.
Dio sia lodato! Ecco almeno uno della nostra società, col quale si potranno barattar due parole!
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