- disse la palla, e guardò il paléo dorato.
Io sono di marocchino, fui cucita dalle mani delicate d'una signorina, ed ho in corpo un turacciolo; ora, però, nessuno lo direbbe. Ero sul punto di sposarmi con un rondone; ma, pur troppo, andai a cadere in una grondaia, dove rimasi cinque anni, e l'acqua per poco non mi affogò! Certo che per una fanciulla da marito cinque anni sono molti!"
Ma il paléo non disse nulla: pensava alla sua antica innamorata, e più stava a sentire, più si convinceva ch'era proprio lei.
In quella, venne la domestica per vuotare la cassetta delle spazzature: "O guarda!" - esclamò "Ecco qui dov'era andato a finire il paléo!"
Il paléo tornò in salotto e fu rimesso in onore; ma della palla non si sentì più parlare. Nè il paléo fece mai più cenno del suo antico amore. L'amore passa quando l'innamorata è stata per cinque anni in una grondaia ed è tutta rammollita dall'acqua; e nemmeno la si riconosce quando la si incontra nella cassetta delle spazzature.
CECCHINO E CECCONE
Vivevano in un villaggio due uomini dello stesso nome; tutti e due si chiamavano Cecco; ma l'uno aveva quattro cavalli, l'altro ne aveva uno solo; e così, per distinguerli, la gente chiamava Ceccone l'uomo dei quattro cavalli, e Cecchino l'altro. Sentirete ora quel che avvenne a questi due uomini, perchè la mia è storia proprio vera genuina.
Per tutta la settimana, Cecchino era obbligato ad arare i campi di Ceccone ed a prestargli anche il suo unico cavallo; e Ceccone, in cambio, gli dava a prestito tutti e quattro i suoi cavalli; ma una sola volta per settimana, la domenica.
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