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      Che gioia! Come schioccava la frusta Cecchino, quel giorno, sopra i suoi cinque cavalli! Poichè, per quel giorno, era come se fossero tutti suoi. Il sole splendeva, le campane suonavano a festa, la gente era tutta vestita con gli abiti buoni, e si avviava alla chiesa, col libro delle preghiere sotto il braccio. Passando, tutti vedevano Cecchino che arava il suo campo, allegro come una pasqua, e schioccava e schioccava la frusta, gridando: "Hop! le mie brave bestie! Hop! Hop!"
      Non ti permetto di parlare a codesto modo,
      - disse Ceccone, "perchè uno solo dei cavalli è tuo."
      Ma, quando passava gente, Cecchino dimenticava la proibizione, e gridava: "Hop! le mie brave bestie, hop, hop!"
      Ti ho già detto una volta di non parlare a codesto modo!
      - gridò Ceccone: "Se ci ricaschi, ti avverto che darò tale una mazzata sul capo del tuo cavallo, da farlo cader morto; e allora sarà finita una volta per tutte!"
      Non lo dirò mai più di sicuro!
      - promise Cecchino.
      Ma di lì a poco venne di nuovo a passar gente; e chi lo salutava con un cenno del capo, chi gli gridava: Buon giorno, Cecchino! - ed egli allora non seppe contenere la sua allegria, pensò ch'era una gran bella cosa l'avere cinque cavalli per arare il proprio campo, e schioccò da capo la frusta, gridando: "Hop, le mie brave bestie!"
      Te le darò io, le tue brave bestie!
      disse Ceccone: e, preso il maglio, dette una mazzata sul capo dell'unico cavallo di Cecchino; e il cavallo cadde a terra sul momento bell'e morto.
      Povero me! Ora non ne ho più nemmeno uno!


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40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345

   





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