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      E là voleva che rimanesse tutta la notte, mentr'egli si sarebbe messo in un angolo, e avrebbe dormito su una sedia, come aveva già fatto tante volte. Mentre era là seduto, la porta si aperse ed entrò Ceccone con la sua ascia. Ceccone sapeva bene dov'era il letto di Cecchino; andò diritto a quello, e colpì la vecchia nonna al capo, credendo che fosse Cecchino.
      Ecco!
      - diss'egli: "Così non ti farai mai più beffe di me!" E tornò a casa.
      Quell'uomo lì ha cattivo cuore,
      - disse Cecchino: "Quello lì credeva di farmi la pelle. Fortuna che la povera nonna era già morta! Se no, l'ammazzava."
      Mise alla nonna il vestito delle domeniche, tolse a prestito dal vicino un cavallo, lo attaccò ad una vettura, ci mise a sedere dentro la vecchia per modo che non avesse a cadere, e via per il bosco. Quando levò il sole, erano davanti ad una locanda; Cecchino fermò la vettura, e discese per rinfrescarsi.
      L'oste era ricco a palate, ed era anche un buon uomo, ma furioso, violento, tutto fuoco, come se ci avesse dentro pepe e tabacco.
      Buon giorno!
      - disse a Cecchino: "Vi siete messo in ghingheri di buon mattino, oggi!"
      Sì,
      - rispose Cecchino: "Vado in città con la mia vecchia nonna; è rimasta fuori in vettura, non posso farla entrare. Volete portarle un bicchiere di sidro? Ma bisogna che alziate la voce, perchè è un po' dura d'orecchio."
      Sarete servito!
      - disse l'oste. Riempì un grande bicchiere di sidro e andò a portarlo alla vecchia che era seduta, ritta per bene nella vettura.
      Mi manda vostro figlio con questo bicchiere di sidro,


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40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345

   





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