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      Non si può dire che non sia pagata bene!
      - disse Ceccone; corse a casa, e con una mazzata sul capo, uccise la sua nonna. Poi la mise in una carrozza, e andò in città, dal farmacista, e gli domandò se voleva comprare un morto.
      Chi è? e come l'hai avuto?
      - domandò il farmacista.
      È la mia nonna;
      - rispose Ceccone: "l'ho ammazzata per averne uno staio di quattrini."
      Dio ci salvi tutti!
      - gridò il farmacista: "Ma tu sei matto? Non dire di queste cose, o ti taglieranno la testa!" E gli spiegò per bene quale azionaccia avesse commessa, e quanto malvagio egli fosse, e come dovesse esser punito. E Ceccone prese tanta paura, che scappò dalla farmacia, balzò a cassetto, frustò i cavalli, e via di galoppo a casa. E il farmacista e la gente, credendolo matto, lo lasciarono andare dove gli pareva.
      Me l'hai da pagare!
      - esclamò Ceccone quando fu sulla strada maestra: "Sì, con la vita me l'hai da pagare, caro Cecchino!" E appena a casa, prese il sacco più grande che potè trovare, andò da Cecchino, e gli disse: "Me l'hai fatta un'altra volta! Prima, ho ammazzato i miei cavalli; poi, la mia nonna; e tutto per colpa tua. Ma hai finito, ora, di farti beffe di me!" E afferrò Cecchino a mezzo il corpo, lo ficcò nel sacco, se lo caricò sulle spalle, e poi gli gridò: - "Ora ti porto al fiume e ti affogo!"
      Ma per arrivare al fiume, la via era lunga, e Cecchino pesava. Passarono dinanzi alla chiesa: l'organo suonava e la gente cantava così bene!... Ceccone depose il sacco, con dentro Cecchino, alla porta della chiesa, e pensò che sarebbe buona cosa fermarsi, prima d'andare oltre, ad ascoltare i vespri; tanto, Cecchino non poteva scappare, tutta la gente era in chiesa, e così anche Ceccone entrò.


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40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345

   





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