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      Addio, bell'uccellino caro!
      - gli disse: "Addio, e grazie per le tue dolci canzoni di quest'estate, quando tutti gli alberi eran verdi, ed il sole splendeva così caldo sopra di noi!" E si strinse sul cuore il capino della rondinella. Ma l'uccello non era morto; era soltanto intorpidito dal freddo, ed ora, sentendo un po' di tepore, riprendeva i sensi.
      Nell'autunno tutte le rondini volano verso i paesi caldi; ma se una ritarda e si lascia sorprendere dal freddo, cade come morta, e rimane lì dov'è caduta sin che la neve gelida la ricopre.
      Pollicina tremava tutta; era stata tale una sorpresa!... E poi la rondine era grande, molto grande, a paragone di lei, ch'era alta appena mezzo pollice. Ma si fece animo: mise i soffici stami ancora più accosto al povero uccello, andò a prendere una foglia che formava la coperta del suo lettino, e gliela pose sul capo.
      La notte dopo, tornò pian pianino nella galleria: la rondine oramai era viva, ma tanto debole... Potè appena aprir gli occhi per un momento e guardare Pollicina, la quale le stava dinanzi con un pezzetto di legno imporrito in mano, perchè lanterne non ne aveva.
      Grazie, mia bella bambina!
      - mormorò la rondinella malata: "Mi hai riscaldato magnificamente. Tra poco riprenderò le mie forze, e sarò di nuovo capace di volare al sole caldo."
      Oh!
      - diss'ella: "è così freddo fuori!... Nevica e gela da per tutto. Sta' nel tuo lettino caldo, ed io ti farò da infermiera."
      Poi portò alla rondine un po' d'acqua nel petalo di un fiore; e la rondine bevette, e le raccontò come si fosse ferita un'ala in un pruneto, e non avesse quindi potuto volare rapida come le compagne, le quali erano andate lontano lontano, via di lì, via di lì, nei paesi caldi.


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40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345

   





Pollicina