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      Si tinse il viso di nero, si tirò il berretto sugli occhi, e picchiò all'uscio.
      Buon giorno, Imperatore!
      - disse: "Potrei ottenere un impiego nel castello?"
      Eh, caro mio, ce ne sono tanti che cercano impiego!
      - rispose l'Imperatore. "Lascia vedere, però. Sì, al momento, ho proprio bisogno di qualcuno che mi guardi i maiali: ne ho un branco enorme, qui, dei maiali..."
      E così il principe fu nominato guardiano imperiale dei porci: gli fu assegnato un bugigattolo vicino al porcile, e là doveva stare. Per tutta la giornata si mise lì a lavorare, e quando venne la sera, aveva già terminata una bella pentolina. Intorno all'orlo, ci aveva attaccati certi bubbolini, i quali, appena la pentolina bolliva, si mettevano a sonare meravigliosamente il motivo di quella vecchia canzonetta, che incomincia:
     
      Ah, mio povero Agostino,
      Tutto è andato, andato, andato!
     
      Ma il più meraviglioso si era che, mettendo il dito tra mezzo al fumo che usciva dalla pentola, si poteva sentire all'odore quello che cuoceva su tutti i focolari della città. Altro che la rosa! Questa sì, ch'era una meraviglia!
      Passò di lì la principessa, passeggiando con le damigelle: e quando udì la melodia, si fermò, e fece il viso ridente, perchè anch'ella sapeva sonare: Ah, mio povero Agostino! Era anzi la sola cosa che sapesse sonare, ma con un dito solo.
      È la canzone che so anch'io!
      esclamò: "Dev'essere un porcaro educato quello lì! Andate e domandategli quanto costa lo strumento."
      E così una delle dame d'onore dovette correre sino laggiù; ma prima infilò un paio di zoccoli, per non insudiciarsi le scarpine.


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40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345

   





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