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      State dinanzi a pararmi!
      - diss'ella; e tutte le dame fecero cerchio, ed il porcaro incominciò a baciarla.
      Che cos'è tutto quel chiasso laggiù, accanto al porcile?
      - si domandò l'Imperatore, ch'era salito sull'altana. Si stropicciò gli occhi e si aggiustò le lenti. "Lì c'è di sicuro lo zampino delle dame d'onore. Voglio vederci chiaro da me." Passò in fretta un dito dentro alle pantofole, per tirarle su meglio dietro, - perchè aveva il vizio di acciaccarle col calcagno, - e giù a precipizio.
      Misericordia, che corsa fu quella!
      Appena giunse nel cortile, si mise a camminare pian piano. Del resto, le dame erano troppo affaccendate a contare i baci, per vedere che tutto andasse bene e che il porcaro non ne avesse a ricevere uno di più nè uno di meno; e non si avvidero dell'Imperatore. Questi si alzò in punta di piedi...
      Che faccenda è questa?
      - gridò, quando vide i due che si baciavano; e tirò loro una pantofola sul capo, proprio nel momento che il porcaro riceveva l'ottantesimo bacio.
      Via di qua!
      - tuonò l'Imperatore, su tutte le furie: e tanto la principessa quanto il guardiano di porci furono scacciati dall'Impero.
      Ed eccola lì a piangere, mentre il porcaro la rimproverava e la pioggia veniva giù a torrenti.
      Ah, povera me, povera me!
      - sospirava la principessa: "Avessi almeno accettato per marito il bel principe, che ora non sarei ridotta a questa miseria! Ah, come sono disgraziata!"
      Il guardiano di porci andò dietro ad un albero; si lavò via dalla faccia la tinta nera, si tolse di dosso gli abiti cenciosi, ed apparve in tutta la pompa principesca, così bello, che la principessa non potè far a meno d'inchinarsi dinanzi a lui.


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40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345

   





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