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      Il vecchio capoccia lo montava per andare alla città, e lo prestava ai vicini, i quali ne lo ricambiavano con qualche altro piccolo servigio. Sarebbe stato però meglio venderlo, o scambiarlo con qualcosa che desse loro maggior guadagno. Già, ma con che, per esempio?
      Farai tu, che sai meglio, babbino!
      - disse la massaia. "È appunto giorno di fiera in città; e tu va, e fattelo pagare in danaro, oppure fa' un buon baratto. Quel che fai tu è sempre ben fatto. Va' va' al mercato."
      Gli legò il fazzoletto al collo, perchè questo lo sapeva far meglio lei; gli fece un bel fiocco doppio, dandogli così una cert'aria di eleganza, gli spolverò il cappello, lisciandolo con la mano, e poi gli diede un bacio. Ed egli se ne andò allegramente, sul cavallo che doveva essere venduto o barattato. Sì, il vecchio babbo sapeva il fatto suo.
      Il sole bruciava, e in cielo non si vedeva nemmeno una nuvoletta. La strada era tutta un polverìo. Quelli che andavano alla fiera, a cavallo, in carrozza o con le proprie gambe, si affollavano per la via maestra, di solito così deserta. Faceva un caldo soffocante e non c'era un filo d'ombra, per tutta la strada.
      Il nostro vecchio amico incontrò un contadino che menava una vacca; ma era la più bella vacca che si potesse vedere. "Quella lì deve dare un ottimo latte," - pensò: "forse che si possa fare un buon baratto!" - "Senti un po', tu della vacca!" chiamò egli: "Vuoi che facciamo due parole? Ecco qui: un cavallo, direi, val più d'una vacca; ma, tant'e tanto la vacca mi fa più comodo.


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40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345