Il Signore si stringe al cuore tutti quei fiori, ma al fiore che gli piace di più, dà un bacio; ed allora il fiore acquista voce, e gli è concesso di unirsi al coro della eterna Beatitudine.
Tutto questo, vedi, lo andava raccontando un Angelo, mentre appunto portava in cielo un bambino morto; ed il bambino ascoltava come in sogno. Spaziavano sopra ai cari luoghi della patria, dove il bambino era nato ed aveva tanto giocato, e a traverso a certi gradini, pieni di bellissimi fiori.
Quali prenderemo con noi, per trapiantarli nel cielo?
- domandò l'Angelo.
C'era là uno snello magnifico rosaio, ma una mano malvagia ne aveva spezzato il fusto, sì che i rami, carichi di grossi bocci semiaperti, pendevano a terra avvizziti.
Povero rosaio!
- disse il bambino: "Prendilo, perchè possa giungere a fioritura vicino al Signore!"
E l'Angelo lo prese, e non potè fare a meno di baciare il bambino, sì che questi aperse quasi gli occhi. Poi colsero alcuni magnifici fiori rari, senza però trascurare lo spregiato dente di leone e l'umile caprifoglio.
Ora sì, che ne abbiamo tanti, dei fiori!
disse il bimbo, tutto contento; e l'Angelo accennò di sì col capo, ma non volarono ancora su, verso Dio. Era notte e tutto taceva: senza uscire dalla grande città, arrivarono ad uno dei vicoli più stretti dov'erano sparsi a terra mucchi di paglia, spazzature, cenere, immondezze d'ogni sorta. Era stata giornata di sgomberi; e per ciò si scorgevano qua e là piatti rotti, figure di gesso spezzate, frantumi, fogli, cenci, cappelli vecchi - e facevan tutt'altro che un bel vedere.
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