Io sono saltata più alto, ma, naturalmente, per far figura agli occhi del mondo, bisogna esser gravi!"
E la pulce andò all'estero ad arruolarsi: anzi, corse poi voce che fosse uccisa.
La cavalletta andò a mettersi sul margine di un fosso, dove abitavano certe raganelle sue amiche; insieme ragionarono del modo in cui vanno le faccende di questo basso mondo; e anch'esse dicevano: "Cre-cre-credete: più s'è gre-gre-grevi, più s'ha cre-cre-credito!" Su questo tema cantarono la malinconica monotona canzone, dalla quale abbiamo cavata la nostra storia. E se la storia non fosse stampata, potrebbe anche essere una bugia.
IL LINO
Il lino era tutto in fiore: sai che ha certi bei fiorellini azzurri, molli come le ali di una tignola ed ancora più fini. Il sole lo illuminava; i nuvoloni di pioggia, di tratto in tratto, lo annaffiavano; e questo gli faceva bene, come fa bene ai bambini il loro bel bagno, e, dopo il bagno, il bacio della mamma. Dopo, sembrano molto più belli; e più bello diveniva anche il lino.
La gente dice ch'è un piacere vedermi,
- sussurrava: "sono già molto alto, e diverrò una magnifica pezza di tela. Ah, come sono felice! Nessuno al mondo è più felice di me. Sto benone, ho un bell'avvenire... Che allegria fa il sole! Che piacere fa la pioggia, e come ristora! Ah, sono proprio felice, più felice di tutti!"
Sì, sì,
- dissero i pali dello steccato: "tu non conosci il mondo, ma noi sì, sappiamo dove abbiamo i nodi!" - e scricchiolarono lamentevolmente:
Cri-crac-cri! Cri-crac-cri!
La canzon finisce qui.
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