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      Sì, sì, questo è infatti il partito più savio!
      - pensò la carta manoscritta: "Non mi era venuto in mente, ma è meglio così! Io resto tranquillamente a casa, e riverita come una vecchia nonna. Sono io quella su cui fu scritto; su di me scivolarono le parole cadute dalla penna. Io resto qui ed i libri vanno in giro. Qualche bene ne verrà certo. Ah, come sono contenta, come sono felice!"
      I,a carta fu riunita in un pacchetto e riposta sullo scaffale. "Il riposo è dolce dopo la vita attiva," - disse: "e savio è chi ci consiglia di raccoglierci a meditare sull'intimo nostro. Soltanto ora imparo a veder chiaro nelle ricchezze che ho dentro di me: e la conoscenza di se stessi è il vero progresso. Ed ora, che altro mi capiterà? Un altro passo innanzi di sicuro, poi che si avanza sempre!"
      Un giorno, tutta la carta fu buttata nel caminetto, perchè bruciasse: non si poteva già permettere che finisse dal droghiere, per incartocciare il riso o lo zucchero! Tutti i bambini si misero attorno al caminetto per vedere la fiammata; volevano vedere nella cenere le cento e cento faville, che sembrano rincorrersi e poi si spengono a un tratto: le faville rappresentano le monachine che escono dal coro e vanno a letto, e l'ultima l'ultima è la badessa. Tante volte si crede che la badessa se ne sia già andata, ed ecco in vece che a un tratto salta fuori e corre dietro a tutte le altre20.
      La carta andò sul fuoco, tutta in un pacchetto. Uh! che fiammata! - Uh! Uh! - fece la carta, e in un momento fu una fiamma sola, che salì così alta, come mai il lino dai piccoli fiori azzurri s'era potuto alzare, e splendette come mai la bianca tela aveva saputo risplendere.


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40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345