In un momento, tutte le lettere dello scritto divennero rosse, e tutte le parole ed i pensieri andarono in fiamme.
Ora, io salgo diritto diritto sino al sole!
- risuonò una voce in mezzo alla fiamma; e pareva che cento voci gridassero insieme; e la fiamma andò su su per il camino e uscì dal fumaiolo... Ma più sottili della fiamma, del tutto invisibili ad occhio umano, si librarono nell'aria alcune creaturine minuscole, - tante, quanti erano stati i fiorellini del lino. Erano anche più leggere della fiamma da cui erano nate, e quando questa si spense, e della carta altro non rimase se non la cenere, ci ballarono sopra ancora un poco: dove posavano il piede si vedevano le orme infocate, ed erano le piccole scintille rosse, le quali rappresentano le monachine che escono dal coro, con la madre badessa che viene l'ultima. Era una gioia starle a guardare; e tutti i bambini di casa, davanti alla cenere spenta, cantarono:
Cri-crac-cri! Cri-crac-cri!
La canzon finisce qui.
Ma i piccoli esseri invisibili dissero in vece: "Mai la canzone finisce, mai; e questo è il più bello di tutta la storia! E noi lo sappiamo, e per questo siamo più felici di tutti!"
Questo, però, i bambini non poterono sentirlo, nè comprenderlo. E, del resto, non importava: i bambini non hanno mica da saper tutto!
LA VECCHIA CASA
C'era una volta, all'angolo di una strada, una casa vecchia vecchia. Aveva quasi trecent'anni; e il conto era presto fatto, del resto, perchè la data stava scolpita sotto al terrazzino, incorniciata da un ornato di tulipani e di viticci.
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