Pagina (252/345)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Sulla ringhiera della gradinata, le borchie d'ottone scintillavano anche più dell'usato: si sarebbe detto che volessero far omaggio al piccolo visitatore. E pareva che i trombettieri scolpiti - perchè sulle porte c'erano proprio due trombettieri, che uscivano dal calice di un tulipano - soffiassero nelle lunghe trombe con quanto fiato avevano: mai come quel giorno avevano avuto le gote tanto gonfie. "Teretetè! Teretetè! Vedete che visita c'è!" E la porta si aperse.
      Le pareti dell'atrio erano tutte coperte di vecchi ritratti - cavalieri con l'armatura, dame vestite di broccato; e le armature stridevano, e il broccato mandava un certo fruscìo... Poi c'era una scala, che andava su su su, e poi giù di nuovo per alcuni gradini; e si arrivava ad un'altana, ch'era, a dir vero, in molto cattivo stato, con lunghe fenditure e grandi buchi, ma nelle fenditure cresceva l'erba e dai buchi sporgevano le foglie, perchè tutta l'altana, il cortile e la muraglia erano così coperti di verde, da parere un giardino. Ma giardino non era, però; era soltanto un'altana. E nell'altana c'erano antichi vasi da fiori, di strane forme, con faccie umane ed orecchi d'asino; i fiori, poi, crescevano a modo loro, in piena libertà. In un vaso i garofani si buttavano proprio da tutte le parti; cioè, non i garofani, ma i gambi verdi e le foglie appuntite e i bocci; e dicevano chiaro chiarissimo: "L'aria ci ha accarezzati, il sole ci ha baciati, e ci han promesso un fiorellino per domenica! un fiorellino per domenica!


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345