Raccontami qualche cosa della Mimma! E come sta il mio camerata, l'altro soldatino di stagno? Ah, lui sì dev'essere felice! Ma io... io non ci posso durare!"
Tu sei stato donato,
- disse il ragazzino, "e devi rimanere dove sei. Non lo capisci questo?"
Il vecchio signore entrò con una cassetta, in cui erano tante cosine da vedere - barattolini di belletto, e boccette di essenze, vecchie carte da gioco, così grandi e con tante dorature, come in oggi non se ne vedono più; e molte scatole e astucci furono aperti, e fu aperto anche il piano, che aveva l'interno del coperchio ornato di paesaggi. Ma il piano era proprio fioco quando il vecchio signore si mise a suonare, mormorando come tra sè il motivo di una vecchia canzone.
Ah, quella sì sapeva cantare!
- esclamò, e volse il capo al ritratto comprato dal rigattiere, e gli occhi gli si inumidirono.
Voglio andare alla guerra! Voglio andare alla guerra!
- gridò il soldatino, quanto più forte potè; e si buttò a capofitto dal cassettone.
Dov'era andato? Il vecchio signore cercò, il ragazzino cercò; ma s'era così bene riposto, che non fu possibile di ritrovarlo.
Oh, lo troverò io!
- disse il vecchio signore.
Ma non lo trovò mai più: il pavimento era così scrostato e pieno di buchi, che il soldatino era caduto dentro ad una fenditura, e là era rimasto, come in una fossa aperta.
Terminò la giornata, ed il ragazzino andò a casa; e passò la settimana, e passarono molte altre settimane. Le finestre avevano i vetri appannati dal gelo, sì che il fanciullo doveva soffiare un po' del suo alito caldo contro il vetro, per aprirsi uno spiraglio e poter guardare la vecchia casa.
| |
Mimma
|