- disse Serralocchi.
Oh, no, l'olio! no, l'olio!
- gridarono; e subito si tennero ritte, dure dure, in posizione militare, ch'era una bellezza vederle.
Oggi non ho tempo di raccontare novelle,
- disse Serralocchi: "bisogna che comandi loro gli esercizii. Uno, due! Uno, due!" - e così fece marciare allineate tutte le lettere, che sfilarono belle diritte, in posizione impeccabile, come dev'essere lo stato maggiore di un quaderno di calligrafia. Parevano tanti modelli!... Ma quando Serralocchi andò via, e Hjalmar, la mattina dopo, guardò il quaderno, eran tornate stente e rattrappite come prima.
MARTEDÌ
Appena Hjalmar fu a letto, Serralocchi lanciò sui mobili della stanza il suo spruzzettino magico, e immediatamente i mobili cominciarono a chiacchierare tra loro; parlavano tutti insieme e tutti parlavano di sé, eccettuata la sputacchiera, la quale taceva, irritata che fossero tutti così pieni di vanità, da non parlare che di se stessi, da non pensare che a se stessi, senza alcun riguardo per lei, che se ne stava modestamente in un canto, pronta a servire il primo che capitasse.
Sopra il cassettone era appeso un quadro in cornice dorata, rappresentante un paesaggio. C'erano vecchi alberi alti alti, e fiori che smaltavano il prato, e un largo fiume che scorreva lungo la foresta e passava dinanzi a molti castelli, sin che poi sarà andato a gettarsi nel mare.
Serralocchi spruzzò leggermente il quadro col suo spruzzettino magico, e gli uccelli incominciarono a cantare, i rami degli alberi ad agitarsi, e le nuvole a rincorrersi a traverso il cielo, così che si vedevano passare sul paesaggio le loro ombre.
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