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      - disse il tacchino, e fece la ruota. La povera cicogna rimase in silenzio, pensando alla sua Africa.
      Che gambe lunghe e magre son mai codeste vostre! Come stecchi, sono davvero perfette!
      esclamò il tacchino: "Ditemi, in cortesia, quanto vi costano al metro?"
      Qua, qua! senti qua!
      - ghignarono tutte le anitre; ma la cicogna fece mostra di non udire.
      Fareste bene a ridere anche voi, in vece,
      disse il tacchino, "perchè l'uscita era delle mie, e non mancava di spirito. Ma forse era troppo astrusa per voi. Sì, non ha l'intelligenza molto pronta," - disse poi, vòlto ai polli ed alle anitre: "Faremo meglio a divertirci tra noi."
      Fece la ruota, ingoiò e gridò: "Glu, glu, glu!" - e le anitre risposero: "Qua qua! gheg, gheg, gheg!" - e le galline schiamazzarono. Giudicavano così spiritosi i proprii scherzi!...
      Ma Hjalmar andò alla stia; aperse la porticina dietro, e chiamò la cicogna; e la cicogna lo seguì, saltellando, sulla tolda. Oramai, s'era riposata, e fece un cenno a Hjalmar come per ringraziarlo. Poi spiegò le ali, e prese il volo verso i paesi caldi; ma le galline razzolarono, le anitre schiamazzarono e il tacchino divenne rosso paonazzo dalla rabbia.
      Quanto a voialtri, saprete domani a vostre spese quel che bolle in pentola!
      - disse Hjalmar; e così dicendo si destò, e si trovò disteso nel suo lettino. Ah, che viaggio gli aveva fatto fare Serralocchi quella notte!...
     
      GIOVEDÌ
     
      Ti dirò una cosa:
      - fece Serralocchi "non devi aver paura se ti faccio vedere un topino," - e avanzò la mano con la bella bestiola.


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40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345

   





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