Oh, ma anche delle cose belle, quando son troppe, si dice: troppa grazia!
- esclamò Serralocchi. "Sai che io preferisco farti vedere qualche cosa, in vece. Ti presenterò mia sorella. Si chiama anche lei Serralocchi, come me, ma da nessuno va mai più di una volta. E allora prende in groppa del suo cavallo colui ch'ella ha visitato, e lo porta con sè, e gli racconta una novella. Non ne sa che due. Una è così stupendamente bella, che nessuno al mondo può immaginarla; l'altra così orribile e tremenda, che le parole non bastano a ridirla."
E Serralocchi alzò il piccolo Hjalmar sino alla finestra, dicendo:
Ora, ti farò vedere mia sorella. Di casato è anch'essa Serralocchi; ma di nome la chiamano Morte. Vedi che non è così terribile come la dipingono nei libri illustrati, dove non è che uno scheletro. No, no; quei ricami, sulla sua veste, son ricami d'argento; vedi che splendida veste nera cosparsa di diamanti? Vedi che magnifico manto di velluto nero ondeggia dietro al suo cavallo? E come galoppa!
Hjalmar vide come quest'altra Madonna Serralocchi galoppasse in gran furia, prendendo in groppa tanto i giovani quanto i vecchi. Alcuni se ne metteva dinanzi, altri dietro; ma a tutti domandava prima: "Come stiamo col libro dei punti?" - "Bene!" - rispondevano tutti. "Sì, ma lasciate vedere a me!" - ribatteva lei. E allora ciascuno doveva farle vedere il libro; e quelli che ci avevano scritto "Benissimo" o "Molto bene", sedevano sul dinanzi della sella, e udivano la novella più deliziosa; quelli che ci avevano scritto "Male" o "Insufficiente", dovevano star ritti dietro e ascoltare una storia davvero tremenda.
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