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      Differenza?
      - disse il raggio di sole; e baciò il ramoscello in fiore, e baciò anche l'umile soffione giallo dei campi; e tutti i raggi suoi fratelli baciarono egualmente i fiori poveri come i fiori di lusso.
      Ma il ramoscello di melo non aveva mai pensato alla infinita, alla provvida carità del Signore nella sua creazione, verso ogni cosa che ha vita e moto; non aveva mai pensato che bellezza e bontà possono rimanere, sì, nascoste, ma non dimenticate. Anche il non pensarci, del resto, è umano.
      Il raggio di sole, il raggio di luce, ne sapeva più di lui: "Tu non vedi più lontano di una spanna, e non vedi chiaro. Quale è dunque la pianta negletta che ti inspira così grande compassione?"
      Il dente di leone,
      - rispose il ramoscello. "Ce n'è troppi, ecco il male. Sono calpestati, non entran mai in alcun mazzo, e quando vanno in seme, van dispersi come bioccolini di lana per le strade, e si appiccicano qua e là ai vestiti della gente. Non sono che semi, è vero; ma anche i semi ci vogliono, no? Oh, ringrazio proprio il Signore, che non mi fece simile ad uno di questi fiori!"
      Ma ecco che venne nel campo tutta una lieta schiera di bimbi, il minore dei quali era tanto piccino, che gli altri lo portavano. E quando fu deposto a terra, sull'erba, rise forte, tutto contento, e sgambettò, e si rotolò di qua e di là, e colse i fiori gialli, e, nella sua cara ingenuità, li baciò. Gli altri bambini ne piegarono ad anello i gambi, cavi come cannucce, e, infilandone i capi l'un dentro l'altro, formarono lunghe catene; i più grandicelli colsero i lucidi steli, dai quali pendeva la pallina bianca, leggera e soffice, del fiore ch'era andato in seme; e tennero dinanzi alla bocca il fragilissimo fiore, che è tanto bello e somiglia ad una fine peluria candida, e si provarono a soffiar via la piccola sfera lanuginosa con un soffio solo; perchè chi vi riesce, aveva detto la nonna, è sicuro di avere in dono entro l'anno una muta di panni nuovi.


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40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345