Dunque, nella casa, qualcuno doveva esserci. Verso sera, la porta si socchiudeva: ma non si vedeva che buio, almeno nelle stanze verso strada; da quelle più interne, in vece, giungeva una musica, che lo scienziato straniero giudicava deliziosa. Non c'è da fidarsi molto, però, al giudizio di lui, perchè nei paesi caldi tutto gli sarebbe sembrato delizioso, pur che non ci fosse stato quel sole implacabile. Il padrone della locanda dove alloggiava, gli aveva detto che non sapeva chi fosse venuto ad abitare la casa di contro: non ci si vedeva mai alcuno, e quanto alla musica, gli sembrava terribilmente monotona.
Pare uno
- diceva "che si metta lì per ore ed ore a studiare un pezzo, e non riesca mai ad arrivare in fondo senza intoppi; sempre lo stesso pezzo, sempre lo stesso. Tal volta sembra dire: Ci riuscirò, non dubitate, prima del Giudizio universale! E non ci riesce mai, per quanto pesti."
Una notte lo scienziato si destò: (lasciava sempre aperta la vetrata che dava sul terrazzino, ed il vento ne agitava la tenda;) gli parve che una grande luce venisse dalla casa di contro: tutti i fiori sembravano fiamme de' più splendidi colori; e in mezzo ai fiori era una snella figura di giovinetta, che appariva anch'essa raggiante di luce. Gli occhi gliene rimasero abbagliati, ma forse li aveva strofinati troppo forte, destandosi così, all'improvviso. D'un balzo saltò il letto, strisciò pianino dietro la tenda... ma la bella giovinetta era sparita, sparito lo splendore: i fiori non fiammeggiavano più, ma erano lì, belli e freschi come prima.
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Giudizio
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