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      sono un uomo" non fosse sempre una specie di passaporto. Vidi commettere le cose più assurde, tanto da uomini, quanto da donne e da ragazzi. Vidi tutto quello che nessuno sa, ma che tutti sarebbero molto contenti di sapere, - vale a dire, le sciocchezze che commettono i loro vicini. Se avessi pubblicato un giornale, sarebbe andato a ruba! Ma io scrissi soltanto a quelli cui le cose riguardavano da vicino, e quindi, nelle città dove capitavo, c'era un vero terrore. Avevano tale uno spavento di me, che mi dimostravano singolare affezione. I professori mi davano diplomi, i sarti mi facevano vestiti nuovi; (il mio guardaroba è molto ben provveduto;) i sopraintendenti della zecca coniavano monete apposta per me; le donne dichiaravano ch'ero bello; e così divenni quello che sono. Ed ora, addio! Eccole il mio biglietto da visita. Sto nelle contrade solatìe, e nei giorni di pioggia non esco mai."
      E l'ombra se ne andò.
      È veramente un caso strano!
      - disse l'uomo dotto.
      Passarono i giorni, passarono gli anni, e l'ombra tornò a vederlo.
      Come va?
      - domandò allo scienziato.
      Oh,
      - rispose quegli: "sto scrivendo intorno al vero, al buono ed al bello; ma nessuno si cura di questi argomenti. Sono proprio disperato, perchè a me, in vece, stanno a cuore."
      E a me, nè punto nè poco!
      - disse l'ombra. "E per ciò vo diventando grasso e allegro, e tutti dovrebbero ingegnarsi a fare altrettanto. Ella non sa prendere il mondo come viene, e ammalerà. Dovrebbe viaggiare. Io farò un viaggio quest'estate: vuol venire con me in qualità d'ombra?


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40 Novelle
di Hans Christian Andersen
pagine 345